Dal furore del nero al pensiero del bianco.
E’ vero che il pensiero, la riflessione normalmente non si associano all’oscurità, al buio, piuttosto alla luce, al chiarore. In queste immagini l’ombra, il nero si propongono come disvelatrici nel loro rapporto con il bianco. Il nero ed il bianco si oppongono creando uno spazio di silenzio, un tempo dedicato alla riflessione, forse alla memoria.
Nelle città del sud l’uomo è costantemente alla ricerca dell’ombra e dipinge di bianco le sue case per difendersi dal sole. Inconsapevolmente crea un continuo contrasto, senza mezzi toni.
Il sole che colpisce queste case ha carpito il mio interesse perché produce ombra: ho costruito la maggior parte delle immagini a partire da quelle ombre, conciliandomi probabilmente con le mie origini meridionali. Per "quelli del nord" la luce ideale è quella un po' velata. Attraversando questi vicoli per me quindi ha prevalso l’intervento oscurante del nero nella prospettiva dell’invisibilità, che genera una nuova percezione del bianco, nella sua molteplice verità.
Inoltre questa assenza di colore (il nero) e la sua evocazione (il bianco) permette di proporre, con la fotografia, l’eterno rapporto soggettoggetto come occasione di comunicazione e talora di arte.
Il soggettoggetto è forma, è superficie, è spazio. La forma è superficie, è soggettoggetto, è spazio.
Il soggettoggetto è. La superficie è. La forma è. Lo spazio è.
Il soggettoggetto è un rapporto in progressione nel continuo spaziale.
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